Per il futuro.
La Relatività ci dirà poi altre cose ancora sulla natura della luce quando si combinerà con la meccanica quantistica.
Si tratta di una “fusione” per ora fatta “a mano”
dal momento che non abbiamo ancora una teoria che unifichi concettualmente
le due prospettive, quella della Relatività e quella della meccanica quantistica, ma che è stata comunque in grado di dirci moltissime cose
sul mondo.
In primo luogo questa combinazione darà vita ad una teoria quantistica della “luce” (dove con questo termine ormai si intende
sono solo la piccola fetta dello spettro visibile, ma l’intera banda elettromagnetica), l’elettrodinamica quantistica e poi ad una teoria
quantistica di tutti i campi.
Da questo incontro abbiamo imparato, ad esempio a distinguere bene la “materia” dalla “radiazione”,
distinguendo le particelle che non possono occupare uno stesso stato quantico (fermioni: quark, leptoni e loro combinazioni) che hanno le
caratteristiche di impenetrabilità tipiche di quella che comunemente chiamiamo materia ordinaria, da quelle che possono farlo senza
problemi (bosoni: fotoni, W±, Z0, gluoni, gravitoni) responsabili delle interazioni fondamentali tra le particelle della precedente
categoria.
E così abbiamo capito che la luce stessa è fatta di onde-particelle i cui pacchetti, i fotoni, che trasportano un’energia
E proporzionale alla frequenza ν dell’onda elettromagnetica associata (E = hν), ed è quindi anch’essa una forma di materia che potremmo
chiamare penetrabile.
La Relatività generale ha dato vita anche ad una cosmologia relativistica con la sorpresa della comparsa
di una singolarità all’origine
dell’universo (divenuta popolarmente nota come big-bang) che possiamo osservare e la scoperta ad opera di
Edwin Hubble (1889-1953) della
sua espansione evidenziata dallo spostamento Doppler relativistico delle righe dello spettro della luce proveniente
dalle stelle più
lontane.
La scoperta della radiazione cosmica di fondo o radiazione fossile ad opera di Arno e
Penzias nel 1965 – anche questa una forma di luce invisibile e debolissima, – ce ne ha dato la conferma sperimentale.
Lo studio della luce proveniente dai confini estremi dell’universo, nel contesto della cosmologia relativistica ci
porta ancora informazioni affascinanti su quelli che oggi chiamiamo i primi istanti della vita a noi conosciuta
dell’universo, là dove cosmologia e teoria delle particelle elementari coesistono in un’unica affascinante teoria che
vede insieme lavorare la Relatività generale, la teoria quantistica dei campi, il modello standard della teoria delle
particelle, e talvolta non senza ulteriori congetture che per il momento hanno un sapore quasi fantascientifico se non
metafisico.
La luce e le teorie della Relatività sono in qualche modo inseparabili e dobbiamo dire che queste ultime
non sarebbero mai state nemmeno pensabili senza una riflessione sulle le straordinarie proprietà
fisiche della luce, ad incominciare da quella che abbiamo citato all’inizio della indipendenza
dal sistema di riferimento dell’osservatore della sua velocità di propagazione nel vuoto.
Con le teorie della Relatività l’uomo ha finora scritto una delle pagine più importanti della
sua comprensione del cosmo.
Una comprensione che continua a stupirci, a motivo della sintonia
esistente fra le nostre rappresentazioni del reale fisico e le leggi che la realtà stessa sembra
custodire al suo interno.
Scoprirle è parte dell’avventura della scienza, un’avventura che, pur
attraverso le sue incertezze e i suoi errori, procede correggendo se stessa, e dunque mostrandosi
come cammino di conoscenza autentica, come impresa di verità.