Einstein elaborò l’equazione di campo, che rivoluzionava completamente il concetto di gravità, legandola alla geometria dello spazio e del tempo.
Secondo tale equazione, che rappresenta il nocciolo teorico della relatività generale, la forza gravitazionale infatti altro non è che la manifestazione
della curvatura di una nuova entità, lo spazio-tempo (una specie di tessuto a quattro dimensioni, tre spaziali e una temporale, in cui vive il nostro Universo).
L’intuizione di Einstein era così nuova e rivoluzionaria che, all’epoca, mancavano persino gli strumenti matematici con cui esprimerla: lo scienziato
attinse ai lavori appena pubblicati dagli italiani Luigi Bianchi, Gregorio Ricci-Curbastro e Tullio Levi-Civita.
Nello spazio-tempo ogni particella di materia si muove lungo la geodetica. La curvatura determina l'effettiva forma delle geodetiche e quindi il
cammino che un corpo segue nel tempo.
In parole più semplici possiamo dire: un corpo si muove nello spazio-tempo sempre lungo una geodetica, allo stesso modo in cui nella meccanica classica
un corpo non sottoposto a forze si muove lungo una retta. Se la struttura dello spazio-tempo in quel punto è piatta, la geodetica sarà
proprio una retta, altrimenti assumerà forme diverse, ma il corpo la seguirà comunque. In questo modo, la gravità viene ad essere inglobata nella
struttura dello spazio-tempo.
Ancora una volta, è da notare che tale curvatura applicata non solo alle coordinate spaziali, ma anche a quella temporale.
La realtà fisica dello spazio-tempo è descritta da un’equazione che
lega la presenza di materia/energia alla metrica, cioè alla geometria
dello spazio-tempo curvo.
La metrica è una funzione di quattro variabili indipendenti: (x,y,z,t).
La materia dice allo spazio-tempo come «curvarsi», e a sua volta si
muove nello spazio-tempo curvo.
Per Einstein, in sostanza, la causa del moto degli oggetti, e in particolare di quelli sottoposti alla forza di gravità
(per esempio, i pianeti attorno al Sole), non è una forza che agisce a distanza, nel senso newtoniano della forza di gravità,
ma la modifica della geometria dello spazio-tempo nel quale si muove l'oggetto.
Lo spazio-tempo nel quale l'oggetto si muove viene incurvato a causa della presenza di grandi masse e questa curvatura determina
la traiettoria dell'oggetto. Si può spiegare semplicemente questo fenomeno pensando a un foglio di plastica sospeso su
un'intelaiatura rigida, sul quale venga fatta rotolare una palla pesante: la palla tende a incurvare il foglio e di conseguenza
ogni altro oggetto che venga posto sul foglio tenderà ad avvicinarsi alla palla a causa della curvatura che si è prodotta.
Il moto di una pietra che cade in un campo gravitazionale è determinato non dalla forza prodotta dalla massa che genera il campo,
ma dalla curvatura dello spazio-tempo nel punto in cui si trova la pietra.
Come ha dichiarato J. Wheeler "Lo spazio-tempo controlla la massa "dettandole"
il moto, mentre la massa, a sua volta, controlla lo spazio-tempo determinandone la curvatura".
Non solo la massa è soggetta alla curvatura dello spazio-tempo, ma anche la luce, la cui traiettoria può venire deflessa
in corrispondenza di un campo gravitazionale.
Durante il 1919, un'eclissi totale di Sole permise ad alcuni scienziati di misurare la deflessione subita dalla luce delle stelle
nel passare vicino al Sole, e la deflessione era in buon accordo con quella misurata teoricamente da Einstein.
Questo episodio venne considerato la prima conferma della teoria generale della relatività.
Poiché la teoria della relatività generale può essere considerata una teoria della gravitazione, essa rappresenta lo strumento
teorico ideale per la trattazione dei fenomeni astrofisici e cosmologici.
Ed è appunto da queste discipline che vengono le conferme alla validità della teoria di Einstein. Una delle maggiori conferme
alla teoria è considerata la spiegazione dell'avanzamento del perielio di Mercurio.
Il perielio è il punto dell'orbita ellittica
di un pianeta nel quale esso si trova più vicino al Sole; secondo le leggi della meccanica classica, il perielio di un pianeta si
dovrebbe trovare sempre nello stesso punto. Considerando gli effetti di perturbazione sull'orbita, dovuti all'attrazione degli
altri pianeti, si era pervenuti anche prima della teoria di Einstein a una correzione dell'avanzamento del perielio di Mercurio,
che si discostava però ancora dalle misure di 43 secondi d'arco ogni secolo. Questa discrepanza trova la sua spiegazione solo
attraverso la relatività generale, che prevede che la curvatura dello spazio dovuto alla massa del Sole produca esattamente
questo avanzamento. Recenti misure del moto del pianeta hanno confermato l'esattezza delle previsioni sulle misure con uno
scarto inferiore all'1%.
L'esistenza dei buchi neri è considerata un'altra conferma alla relatività generale. Un buco nero è un oggetto celeste di massa e densità talmente grandi che nessun altro oggetto, luce compresa, può sfuggire alla sua attrazione. Anche in questo caso la relatività può dare una spiegazione del fenomeno in termini di curvatura dello spazio-tempo, pensando che la massa del buco nero sia tanto grande da deformare totalmente, fino "a richiuderlo dietro di sé", lo spazio-tempo attorno a un oggetto con le caratteristiche di un buco nero.