L'interpretazione di Copenaghen



La meccanica quantistica quindi introduce due elementi nuovi ed inaspettati rispetto alla fisica classica:

I fisici fondatori della meccanica quantistica sono i ricercatori della cosiddetta interpretazione di Copenaghen della meccanica quantistica.
Copenaghen è la città di Bohr. A Bohr si unirono ricercatori come Heisenberg, Pauli, Born, Dirac per non escludere Planck,De Broglie e Schrödinger.
La prima interpretazione della meccanica quantistica, includeva la figura dell'osservatore come parte del sistema fisico osservato! Così la figura dell'osservatore cosciente fece capolino in una scienza fino ad allora considerata rigorosamente oggettiva (la fisica). Non a caso le grandezze fisiche misurabili in meccanica quantistica, come la posizione, l'energia, la quantità di moto, eccetera, vengono chiamate osservabili.
Infatti si sottintende che la loro esistenza ha senso solo in funzione di una possibile osservazione.
Questo rivela la strana situazione in cui gli scienziati si trovano nell'analisi dei sistemi quantistici. Con la meccanica quantistica la scienza sembra essere arrivata a rivelare quella misteriosa frontiera tra soggetto ed oggetto che in precedenza era stata del tutto ignorata a causa del principio (nascosto e sottinteso) dell'oggettivazione: fino agli anni ‘20 la realtà poteva essere considerata del tutto "oggettiva" ed indipendente dall'osservazione di eventuali esseri coscienti.
Ma con la formulazione della meccanica quantistica sembrò che si dovesse tener conto necessariamente della figura dell'osservatore cosciente!

Consideriamo l'osservatore che vuole rilevare la posizione di un elettrone. Utilizzando gli strumenti d'indagine , l'elettrone verrà rivelato solo in un punto tra quelli possibili, ovvero la "funzione d'onda" collasserà in quel singolo punto. La fisica non è in grado di prevedere quale punto verrà scelto, cioè è incapace di spiegare perché un punto venga preferito ad un altro, e quindi sembra essere presente un elemento casuale, la famosa indeterminazione.

Gli oggetti quantistici si trovano in certi stati che non sono sempre dotati di valore definito delle osservabili prima della misura: infatti è l'osservatore che costringe la natura a rivelarsi in uno dei possibili valori, e questo è determinato dall'osservazione stessa, cioè non esiste prima che avvenga la misurazione.

Bohr volle eliminare la figura dell'osservatore criticata da Schrödinger e Einstein.
E allora fu messa a punto la versione definitiva della "interpretazione di Copenaghen" della meccanica quantistica.
Secondo la versione definitiva dell'interpretazione di Copenaghen, la realtà quantistica resta in uno stato indefinito e "non-oggettivo" , ma non per questo è necessaria la figura di un osservatore cosciente: è sufficiente che avvenga una

"reazione termodinamica irreversibile"

affinché lo stato non oggettivo diventi uno stato oggettivo.

Fu anche proposta un'interpretazione "operativa" del principio di indeterminazione:

Per poter misurare una caratteristica di un oggetto fisico, occorre necessariamente interagire con esso, e questa interazione "perturba" inevitabilmente lo stato originario, creando appunto la piccola "indeterminazione". In questo modo, secondo gli scienziati di Copenaghen, si ottiene un'interpretazione del tutto ragionevole ed accettabile dell'indeterminazione.

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