Questi principi sono in apparente antitesi con il "buon senso".
La meccanica quantistica diventa la meccanica classica siamo in presenza di corpi estesi
per cui sia possibile misurare con una precisione grande a piacere la loro posizione e la loro
velocità.
Solo quando ci spingiamo nell'infinitamente piccolo (nel mondo degli atomi e delle particelle) essa
non vale più ed è in questo contesto che diventa valida la meccanica quantistica.
Gli oggetti "quantistici" (atomi, elettroni, quanti di luce, ecc.) si trovano in certi "stati" indefiniti,
descritti da certe entità matematiche (come la "funzione d'onda" di Schrödinger).
Soltanto all'atto della misurazione fisica si può ottenere un valore reale; ma finché la misura non viene effettuata,
l'oggetto quantistico rimane in uno stato che è "oggettivamente indefinito", sebbene sia matematicamente definito:
esso descrive solo una "potenzialità" dell'oggetto o del sistema fisico in esame,
ovvero contiene l'informazione relativa ad una "rosa" di valori possibili, che associeremo agli autostati,
ciascuno con la sua probabilità
di divenire reale ed oggettivo all'atto della misura.